Internet è da sempre un centro di aggregazione. Un luogo virtuale dove le persone si riuniscono per parlare e discutere di calcio, politica, giochi e gattini. Insomma, per socializzare è lo strumento perfetto. Come in ogni società, però, nel corso del tempo questo mondo ha subito trasformazioni.
Chi si ricorda Usenet? Anni ‘80 circa. Si accedeva, si guardava, si caricava un topic o una risposta. Sì, caricare, aspettare... non in real time, perché i server si aggiornavano ogni x minuti. L’attesa, parola ormai sconosciuta mentre ai tempi era la normalità. Non c’erano moderatori, nessuna possibilità di allegare file. Solo testo. Tanto testo, righe e righe di discussione, un’infinità di caratteri. Il focus principale? L’argomento. Importante era parlare, nel bene o nel male, perché alla fine si era anonimi e non si correvano rischi quando il proprio parere non era quello di un altro.
Siamo a cavallo degli anni 2000 e spuntano nel web i primi forum. Sulle varie piattaforme ad hoc o nel proprio sito web. Non hai un forum?! Non sei al passo del web! Ma anche: “Non sei iscritto a nessun forum? Veramente?!”. Cambia innanzitutto l’approccio rispetto a Usenet: è richiesta la registrazione al sito, che al tempo stesso ha un proprietario ben definito. Nasce una nuova figura: il moderatore, con il compito di controllare le risposte, le discussioni create e di curare la community. È con i forum che l’ego assume maggiore importanza: si viene identificati con il nickname e ogni risposta è associata a una persona.
L’ultimo step di questo lungo viaggio sono i gruppi di Facebook. Facilitati dall’appoggiarsi alla piattaforma più conosciuta al mondo, questi evitano all’utente infinite registrazioni su siti diversi con molteplici nome utente e password (ricordati di segnare questi dati, sempre!). I gruppi sono dei forum e degli usenet 3.0, in cui l’ego raggiunge l’importanza del topic. Il secondo aspetto non prevale più sul primo ma entrambi hanno uno stesso peso sulla bilancia: all’interno di una community che si sviluppa attorno ad un tema la persona non è schiacciata dall’argomento ma ha la possibilità di emergere e mostrare quante cose sa su quel determinata oggetto. E ciò alla gente piace, perché le stimola ad essere attive, ad informarsi, a discuterne.
Ma ad oggi i gruppi non sono così valorizzati. Eppure, se cerchiamo su Google, dai risultati di ricerca emergono 200.000.000 di gruppi e 1 miliardo di utenti iscritti almeno ad un gruppo.
Alessandro Grazioli, speaker al Social Media Strategies 2019, sostiene che i gruppi siano un grande vantaggio per l’azienda. Ecco alcuni spunti per gestirli al meglio sfruttando così al massimo le potenzialità di questa funzione:
Ricorda infine che i gruppi di Facebook vanno considerati e trattati come tali, non fanno parte di un funnel di vendita. Devono avere contenuti di valore e fidelizzare. Niente spam e troppi off-topic!
Avrai capito che per noi le persone ricoprono un ruolo centrale. Siamo esperti, capaci e costantemente aggiornati. Se ti proponiamo qualcosa, fidati di noi! Di sicuro lo abbiamo già sperimentato altre volte e sappiamo come ottenere i migliori risultati.